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Da Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - novembre 2004

Stranieri ma per poco...

Sarà presentato a Pola, il prossimo 15 dicembre, l'ultimo libro del gradese Guido Rumici "Fratelli d'Istria. Italiani divisi"

Pola - La storia di chi, pur non essendo emigrato oltre i confini nazionali, si ritrova comunque in terra straniera. "Fratelli d'Istria. Italiani divisi" è l'ultima fatica letteraria del gradese Guido Rumici, che il prossimo 15 dicembre verrà presentato a Pola; cronistoria di quegli italiani che - in seguito allo 'spostamento' dei confini nazionali - si ritrovano costretti a vivere al di fuori dell'Italia.

Nel 1920, con il trattato di Rapallo, veniva stabilita l'annessione all'Italia dei territori di Trieste, della penisola dell'Istria (con le isole) e di Zara. Confini ridisegnati a seguito del secondo conflitto mondiale con il trattato firmato a Parigi nel 1947, in base al quale l'Istria e Zara venivano assegnate alla Jugoslavia. Successivamente, nel 1954, Trieste tornava all'Italia. Uno spostamento di confini che determinò anche spostamenti di popolazioni: molti italiani abbandonarono l'Istria per rientrare in Patria, mentre circa 30 mila persone rimasero oltreconfine assoggettate, per una cinquantina d'anni, al regime titoista.

"Si tratta di una storia poco nota, ma che è necessario far conoscere in quanto ricca di spunti umani di grande interesse - spiega Guido Rumici, docente di Economia Aziendale e ricercatore di Storia presso l'Università di Genova - Molte di queste persone subirono minacce, vessazioni, confische, sequestri e ritorsioni solo per il fatto di non mostrare zelo verso il regime di Tito". Dal punto di vista umano, invece, i rapporti tra gli italiani d'Istria e gli sloveni sono sempre stati positivi. E inadeguato dal punto di vista politico sembra essere stato il livello di tutela della minoranza: "Negli anni Cinquanta, vennero chiuse buona parte delle scuole elementari, medie e superiori di lingua italiana. Parte dei bambini italofoni fu trasferita in modo arbitrario alle scuole di lingua slovena e croata. Si è trattato di un'infamia, di una vessazione. Molte poi furono le persone spinte ad abbandonare i loro paesi per fuggire in Italia, lasciando dietro di sè tutti i loro beni".

"Nell'appendice sono state riportate numerose testimonianze di persone che, in questi anni, hanno avuto vicende umane particolarmente toccanti , come per esempio quella di un ragazzo cui venne negata l'iscrizione alla scuola elementare italiana. Fu dichiarato malato di mente solamente perché non era in grado di risolvere un test di ammissione in lingua croata". Un evento che, nel corso del tempo, non ha avuto risvolti negativi sul suo percorso scolastico. "Il ragazzo riuscì a laurearsi a Trieste e attualmente è docente".

Riportato, infine, un book fotografico relativo all'attuale realtà della minoranza italiana. Le comunità oggi presenti in quei territori sono cinquantadue. Trentasette gli asili, quattordici le scuole elementari e sette quelle superiori . "Io auspico un rafforzamento di questa rete scolastica, in quanto la scuola svolge un ruolo basilare per la sopravvivenza di una lingua e di una cultura all'estero".

News ITALIA PRESS

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